Genitori: cosa prova un padre quando una figlia comincia ad allontanarsi
Da quando sua figlia ha iniziato a frequentare i ragazzi, in senso sentimentale non semplicemente come amici, il rapporto con lei è cambiato non è più la sua bambina e Fabrizio non riesce a perdonarglielo. Lei non sta mai in casa e quando rientra lo saluta frettolosamente per infilarsi in camera e mettersi su wap a chattare con il ragazzo e le amiche.
Ogni fidanzato ha qualcosa che non va, il primo gli era antipatico, il secondo gli sembrava troppo spavaldo, su quello attuale direbbe di peggio. Non pensava che la gelosia fosse un sentimento così presente nella sua vita fino a che non si è reso conto che la sua Caterina era cresciuta. Per lui era ancora troppo piccola per esplorare l’amore.
Fabrizio soffre, si sente deluso, tradito, arrabbiato, cerca di contenere la spinta all’esplorazione della ragazza con l’anacronistica imposizione di divieti e regole, per altro improbabili visto che lei è quasi maggiorenne. Perché è così geloso? Cosa gli impedisce di essere contento per il compiersi dei passaggi di vita? Cosa sappiamo in effetti dei padri e delle loro emozioni più intime?
Che il ruolo della figura paterna sia importante nello sviluppo dei figli in generale e nello sviluppo femminile in particolare – come modello di riferimento per la scelta del partner, come fonte di conferma rispetto alla propria amabilità e proponibilità – è un fatto ormai assodato. Si parla meno invece di quanto possa essere importante una figlia per un padre e di cosa lui vive quando la ragazza comincia ad allontanarsi.
Parliamo di padri che si sono messi in gioco affettivamente, non di padri tradizionali che svolgevano un’importante funzione normativa, ma erano un po’ scarsi sul piano affettivo. Essere padre oggi è inventarsi un ruolo, non poter contare su modelli di riferimento se si vuole essere diversi e anche andare per tentativi ed errori.
Diventare padre può spaventare, può essere visto come un momento di rottura rispetto al passato per quanto riguarda il lavoro, la libertà, l’autonomia. Ma i papà di oggi vogliono esserci, alcuni già da prima della nascita e c’è anche chi vive qualcosa che assomiglia alla depressione post partum delle partner. Hanno imparato ad accudire e consolare, a essere più presenti e confermanti.
leggi tutto il post su Il Fatto Quotidiano