Che cos’è la vergogna?
La vergogna è un’emozione dolorosa che provoca uno stato di sofferenza profonda nell’individuo che la prova. E’ un’emozione universale, legata soprattutto ai rapporti con gli altri e con la società ed è quasi impossibile da evitare.
La vergogna nasce dalla paura di perdere la faccia (di fare brutte figure) o dal dispiacere per averla già persa. Quando ci vergogniamo infatti temiamo di non riuscire o siamo dispiaciuti per non essere riusciti a dare agli altri e a noi stessi una buona immagine di noi.
Ogni volta che ci capita di non riuscire a mantenere l’immagine sociale e l’autostima ad un livello adeguato, noi proviamo vergogna. Si ritiene che sia proprio questo sentimento ad avvertirci che è stata o è possibile che venga compromessa la nostra immagine sociale o la nostra autostima . E’ per non doverci vergognare che spesso decidiamo di fare o non fare una certa cosa.
Ci sono situazioni che provocano vergogna probabilmente in tutti gli esseri umani, come inciampare per strada, avere il vestito sporco, o avere un grave difetto fisico. A parte queste, la vergogna non è provocata da qualsiasi tipo di valutazione negativa. Ognuno di noi ha delle aree personali in cui è più vulnerabile alla vergogna. Una persona può vergognarsi per aver perso una gara sportiva e un’altra no. Uno studente può vergognarsi di aver fatto male un compito in classe e un altro no. Ciò di cui ci si vergogna dipende dall’immagine che si vuole mostrare agli altri e a se stessi. Per questo proveremo vergogna per aver perso la gara sportiva soltanto se ci sembra importante essere giudicati bravi atleti. Inoltre di certe mancanze ci si vergogna solo con certe persone e di altri con altre; non ci si vergogna di tutto con tutti.
Ma la vergogna e le sue manifestazioni, hanno importanti funzioni a livello sociale. Chi si vergogna mostra di condividere certe regole anche se le ha momentaneamente infrante e questo ha la funzione di riaffermare le norme e i valori del gruppo. Un ragazzo per esempio, non si vergogna con gli amici di non portare la cravatta, perché questo non rientra nelle norme che regolano il suo gruppo, quindi il “portare la cravatta” non sarà rafforzato da questo, mentre invece si vergogna di non portare l’orecchino se tutti gli altri lo portano. Il vergognarsi dimostra che egli riconosce questa regola la considera importante e si rende conto di non averla rispettata
Una volta entrati nello stato d’animo della vergogna proviamo un forte desiderio di scomparire, di nasconderci, di fuggire. A questa sensazione interiore corrispondono sul piano espressivo soprattutto due reazioni: il rossore e la postura a testa bassa. Sono comportamenti involontari che hanno l’effetto immediato di ridurre al minimo ogni forma di contatto e di interazione con gli altri. Sono segnali di sottomissione, soggezione, il cui scopo principale è probabilmente quello di informare gli altri che ci si vergogna e chiedere comprensione (di non essere puniti o emarginati troppo). Se ci capita di infrangere il codice stradale (per esempio per un sorpasso in curva) e veniamo colti sul fatto dalla polizia, l’atteggiamento e le sanzioni nei nostri confronti saranno probabilmente diverse se ci mostreremo mortificati per la violazione fatta e ne riconosceremo la gravità, o se cercheremo di negarla o sminuirla.
Certe volte, la sofferenza che si prova quando viene avvertita una perdita nei livelli di stima e autostima non è data soltanto dalla vergogna per il fatto contingente, ma anche dalla vergogna di vergognarsi il che aumenta notevolmente il dolore del vissuto emotivo: in questi casi chi si vergogna cerca di fare il possibile perché la sua emozione non venga percepita dagli altri, perché c’è anche il rischio di diventare oggetto di derisione più o meno manifesta e più o meno bonaria e quindi di provare ulteriore vergogna. Perché?
E’ opinione comune che la vergogna, frequente nell’età evolutiva soprattutto durante l’adolescenza, sia disdicevole nell’adulto. Questo perché è un’emozione considerata come sintomo di insicurezza e paura, di eccessiva dipendenza dal giudizio altrui e di scarse competenze sociali. Il mostrare vergogna inoltre, fa pensare a una certa incapacità di controllo sulle proprie emozioni, è perciò considerata in generale un segnale di immaturità.
Ci vergogniamo di vergognarci allora perché il mostrare vergogna attira l’attenzione degli altri su di noi e sul nostro difetto o sulla nostra gaffe e ne aggrava magari le conseguenze, perché preferiremmo preoccuparci meno del giudizio degli altri, e perché sappiamo che il vergognarsi è considerato segnale di insicurezza e immaturità.
Per gli stessi motivi ci capita di provare vergogna per gli altri e se percepiamo che la persona con cui stiamo parlando sta provando vergogna, fingiamo di non essercene accorti: vergognarsi è un’esperienza penosa sia per chi la prova sia per chi ne è testimone.
Al di la di questo la vergogna resta un’emozione umana, sociale che anche nell’eta adulta e tra le persone adeguatamente sensibili al giudizio altrui, spessonon pu; essere evitata.
Siamo nel 2013, la gente non conosce la vergognia.
Bell’articolo, da divulgare, grazie dottoressa.
Non me ne frega di quello che la gente pensa. Io vivo e sfrutto la vita anche sbagliando rovinosamente
Grazie Filippo per il suo commento, ci sono alcuni aspetti che vanno considerati:
l’attenzione esagerata al punto di vista degli altri, così come il suo opposto, cioè il totale disinteresse per lo stesso, sono due facce della stessa medaglia: fare riferimento agli altri per avere un senso più definito di sè. Una modalità più funzionale di porsi nelle relazioni, tiene conto del giudizio esterno- inevitabile se si vuole guadagnare e mantenere una considerazione e una posizione sociale – revisionato e integrato secondo il punto di vista critico interno costruito a partire dalle esperienze vissute nella propria storia di vita.
Grazie per questo articolo, dopo tanti anni di vergogna sono riuscito ad uscirne affidandomi alle mani di Dio ❤️