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La posizione di Watson è stata molto influenzata dalla legge dell’effetto (rinforzo) di Thorndike e dal meccanismo del riflesso condizionato (condizionamento) scoperto da Ivan Pavlov.
Thorndike faceva esperimenti con gli animali, in particolare con i topi. Questi venivano messi in una gabbia in cui se volevano cibo o volevano uscire, dovevano imparare ad abbassare una maniglia.
Gli animali apprendevano gradualmente ad abbassare la maniglia, attraverso una serie di tentativi ed errori. Si poteva pensare che l’animale comprendesse la relazione che esisteva tra l’atto del premere la leva e la possibilità di uscire o di ricevere cibo, ma ciò che effettivamente fu osservato è che l’atto si verificava tanto più spesso, quanto più ad esso era associata una ricompensa.
La legge dell’effetto quindi, dice che: un’azione accompagnata o seguita da uno stato di soddisfazione, tenderà a ripresentarsi più spesso, un’azione accompagnata o seguita da uno stato di insoddisfazione, tenderà a ripresentarsi meno spesso.
Pavlov abbiamo visto che aveva scoperto il riflesso condizionato. secondo la sua scoperta, se ad uno stimolo incondizionato (la reazione salivare del cane al contatto con il cibo), viene associato uno stimolo neutro (un suono, una luce), quest’ultimo provocherà anch’esso una reazione condizionata, pur non avendo alcuna relazione con essa (la reazione salivare in presenza del suono o della luce anche in assenza del cibo).
Allargando all’uomo i risultati ottenuti sugli animali si può affermare che anche per l’uomo un comportamento rinforzato da una ricompensa tende a riproporsi e uno rinforzato da una punizione tende ad estinguersi e allo stesso modo se ad una situazione viene associato uno stimolo che non ha a che fare con la situazione stessa ma che è in grado di procurarci un certo tipo di emozione, subiamo un condizionamento per cui tenderemo a provare quella stessa emozione in presenza di quello stimolo a prescindere dalla situazione in cui ci troviamo.
Se per esempio ad un bambino mostriamo un coniglietto di pelouche più volte e lo associamo sempre ad un rumore forte che spaventa il bambino, il bambino sarà condizionato a questa associazione e tenderà a spaventarsi in presenza del coniglietto anche in assenza del rumore.
La conseguenza di questo è che i disturbi emozionali degli adulti possono essere considerati come il risultato di una lunga serie di condizionamenti avvenuti durante l’infanzia e la giovinezza.
Sintetizzando la posizione comportamentista possiamo dire che oggetto di studio della psicologia sono soltanto i comportamenti che possono essere descritti in termini oggettivi di stimolo (dell’ambiente) – risposta (dell’individuo). Attraverso lo studio oggettivo del comportamento la psicologia può raggiungere l’obiettivo di prevedere la risposta una volta conosciuto lo stimolo e di prevedere lo stimolo necessario a determinare una certa risposta.
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