da patrizia mattioli | Dic 17, 2022 | Libri, NEWS, Psicoanalisi
Anna è una ragazzina vivace, poco appariscente che non ama stare al centro dell’attenzione. È incuriosita e affascinata dal lavoro di suo padre, il famoso Sigmund Freud, e si domanda cosa succede nel suo studio il mercoledì pomeriggio.
Riuscirà a realizzare il piano che ha escogitato per scoprirlo?
Anna Freud e il primo volume della collana Piccoli Psicologi in cui l’autrice racconta le avventure dei bambini che diventeranno famosi psicologi in modo semplice ma di contenuto, per avvicinare anche i più giovani ai misteri della psicologia
Anna Freud
Autrice Patrizia Mattioli
Illustratrice Mara Angelilli
ISBN: 9791221443349
Prezzo: € 17,90
disponibile in tutte le librerie online
da patrizia mattioli | Gen 13, 2014 | Psicoanalisi, Storia della psicologia
Oltre all’interpretazione dei sogni, per conoscere l’inconscio Freud ritiene importante tenere presenti alcuni aspetti del comportamento non verbale. Si riferisce agli atti mancati ossia ai lapsus verbali, di lettura e di scrittura, alle dimenticanze di nomi, parole e fatti, alle comuni sbadataggini, alle dimenticanze di progetti e propositi, alla rottura incidentale di oggetti, ai piccoli infortuni e alle forme non gravi di autolesione. (altro…)
da patrizia mattioli | Dic 16, 2013 | Psicoanalisi, Storia della psicologia
Magritte
La chiave dei sogni
Per Freud, se il bambino riesce a passare indenne attraverso i conflitti di queste fasi dette pre-genitali, entra poi in un periodo di latenza che dura all’incirca dai cinque ai dodici anni. All’inizio dell’adolescenza subentra l’ultimo stadio, detto genitale. Durante questa fase si manifestano il comportamento eterosessuale e le attività attraverso le quali l’individuo si prepara al matrimonio e alla formazione di una famiglia.
Lo spostamento dell’attenzione dalla vita psichica conscia all’inconscio, pone un problema fondamentale che è quello di riuscire a conoscere l’inconscio dal momento che per definizione questo non è noto all’individuo. Da qui l’importanza data alle libere associazioni, come abbiamo già visto e l’introduzione dell’interpretazione dei sogni.
Un aspetto che ricorreva spesso nei racconti dei pazienti era il riferimento ai sogni. I sogni sembrarono subito a Freud una fonte significativa di materiale psichico, di indizi per individuare le cause più profonde del disagio. Per questo, dato che era anche lui un buon sognatore, per un certo periodo aveva annotato tutti i suoi sogni. Era convinto (convinzione positivistica) che ogni cosa avesse un significato perciò anche i sogni dovevano averne anche se il sognatore stesso poteva non esserne cosapevole.La conoscenza dell’inconscio si poteva ottenere dunque anche attraverso l’interpretazione dei sogni.
I sogni secondo Freud, sono la forma che l’attività psichica assume durante lo stato di sonno. Ciò che si ricorda del sogno viene chiamato contenuto onirico manifesto, ciò che lo produce è il contenuto latente che è costituito da desideri, tendenze, pensieri inconsci. La relazione che c’è tra il contenuto latente e il contenuto manifesto, secondo Freud, è la stessa che intercorre tra il sintomo nevrotico e i ricordi traumatici. Come il trauma viene trattenuto nell’inconscio dalla rimozione e può manifestarsi solo attraverso il sintomo, così il contenuto latente del sogno viene trattenuto nell’inconscio dalla censura e può manifestarsi solo nella forma modificata del contenuto manifesto.
Magritte
Per comprendere il significato nascosto del sogno, l’analista deve interpretare il linguaggio simbolico espresso nel contenuto manifesto. Cioè deve compiere all’inverso il cammino percorso dal lavoro onirico.
Il contenuto latente si trasforma in contenuto manifesto per l’intervento della censura onirica : questa funzione psichica ha il compito di impedire ai desideri inconsci di accedere direttamente alla coscienza (è l’aspetto notturno della rimozione).
Nel sogno si attivano molte funzioni psichiche, raggruppabili in due parti:
– l‘elaborazione primaria che comprende la drammatizzazione, lo spostamento, la condensazione, la dispersione, la simbolizzazione;
– l’elaborazione secondaria.
Nel sogno i pensieri si trasformano in immagini, soprattutto visive (drammatizzazione), più pensieri latenti possono essere rappresentati da un unico elemento del contenuto manifesto che combina insieme più elementi aventi qualche aspetto in comune (condensazione), e/o un elemento del contenuto latente può corrispondere a più elementi del contenuto manifesto, che ne rappresentano le diverse caratteristiche (dispersione).
L’importanza emotiva del sogno può essere trasferita ad elementi neutri in modo da eludere la censura (spostamento); un elemento rimosso del contenuto onirico latente può essere rappresentato da qualche altro elemento del contenuto manifesto (simbolizzazione).
Nell’elaborazione secondaria avviene un rimaneggiamento del sogno per cui si tende ad eliminare le apparenti assurdità, per presentarlo in una forma il più possibile coerente.
Il materiale con il quale si costruisce il sogno è determinato dai cosiddetti residui diurni (residui dell’attività dello stato di veglia), e dai desideri del soggetto. Tra gli avvenimenti della giornata il sogno privilegia quello che ha una relazione con un ricordo dell’infanzia relativo a qualche desiderio inappagato. In fondo il sogno è la realizzazione di desideri infantili inappagati, anche se in forma allucinatoria.
Per Freud il sogno ha anche la funzione di custode del sonno.
Fornendo ai desideri inconsci una piccola e innocua espressione sotto forma di appagamento allucinatorio, abbastanza mascherato da non turbare la censura, il sogno permette di continuare il sonno.
Frida Kahlo
Il sogno
I sogni di angoscia e i sogni che determinano il risveglio, come gli incubi, indicano che è venuta meno la loro funzione specifica e che la censura ha fallito nel suo scopo. Normalmente però il sogno non porta al risveglio e permette di liquidare, almeno in parte le tendenze rimosse, agendo come una valvola di sicurezza.
Anche l’interpretazione dei sogni non era un totale innovazione: molta della letteratura del diciannovesimo secolo, ruotava intorno ai sogni e Freud la conosceva. Freud ha introdotto la distinzione tra contenuto latente e contenuto manifesto e ha dato forma alla relazione che li unisce, utilizzando poi l’interpretazione dei sogni come strada di accesso all’inconscio.
(segue)
da patrizia mattioli | Nov 26, 2013 | Psicoanalisi, Storia della psicologia
S. Freud
A Freud vengono riconosciuti due contributi fondamentali dati alla Psicologia con la psicoanalisi: il primo è l’aver spostato il centro della vita psichica dalla sfera del conscio a quella dell’inconscio, la seconda l’aver spostato l’interesse dalla vita psichica adulta all’infanzia.
Fu uno dei primi ad attribuire grande importanza alle prime fasi di sviluppo della personalità. Era convinto che i caratteri fondamentali della personalità emergessero molto presto e che maturassero in modo definitivo prima dei cinque anni.
Secondo Freud il bambino passa attraverso una serie di stadi di sviluppo psicosessuale che vanno dalla nascita fino ai cinque anni. Durante questi stadi egli agisce in modo autoerotico, cioè la sessualità non è rivolta verso un oggetto esterno ma concentrata sul proprio corpo. Il bambino prova un piacere sensuale o erotico stimolando o essendo stimolato nelle varie zone erogene del corpo. Ogni stadio compreso in questo periodo tende ad essere localizzato in specifiche zone erogene del bambino.
Il primo stadio, detto orale, va dalla nascita al secondo anno di vita; la fonte primaria di soddisfazione erotica è rappresentata, in questa fase, dalla stimolazione della bocca e si esprime nel succhiare, nel mangiare, nel mordere e nell’inghiottire il cibo o sputarlo se sgradevole. Un’inadeguata soddisfazione (per eccesso o per difetto) durante questo stadio, può produrre una personalità di tipo orale, caratterizzata da smodate abitudini in attività come il fumare, il mangiare, il bere.
Nella seconda fase, detta anale che va dal secondo al terzo anno di vita, la gratificazione sessuale si sposta dalla bocca all’ano e il bambino ricava piacere, appunto dalla stimolazione della zona anale. Durante questo stadio (che coincide con il periodo dell’educazione degli sfintèri), il bambino può sia espellere che trattenere, creando in entrambi i casi seri problemi ai genitori. Se in questo periodo si instaura un forte conflitto con loro, esso può predisporre il bambino a manifestare, da adulto, un comportamento anale che è tipico delle persone ordinate, parsimoniose e ostinate.
La terza fase, detta fase fallica, subentra all’incirca alla fine del terzo inizio del quarto anno di vita. La gratificazione erotica si sposta ora sulla regione genitale. Freud colloca in questo stadio il complesso di Edipo : durante questo stadio il bambino sviluppa un forte attaccamento sessuale verso il genitore di sesso opposto e un atteggiamento di ostilità verso il genitore dello stesso sesso, da lui percepito come rivale. Per paura delle ripercussioni paterne (angoscia di castrazione), rinuncia al possesso della madre e si identifica con il padre. Questa identificazione costituisce il nucleo del Super-io.
– La storia e l’evoluzione del complesso edipico sono diversi nei maschi e nelle femmine. Il bambino, per paura di essere evirato dal padre, rinuncia al possesso della madre e si identifica con lui, quindi esce dal complesso di Edipo mentre la bambina al contrario entra nel complesso di Edipo nel momento in cui si rende conto di essere anatomicamente deprivata. Fino a quel momento anche lei come il maschio, aveva avuto come oggetto d’amore la madre. Nel momento in cui scopre la propria inferiorità organica, la bambina si allontana dalla madre con ostilità considerandola responsabile della propria castrazione, sviluppa una forte invidia del pene e si rivolge al padre come nuovo oggetto d’amore. Non essendoci per la bambina una reale minaccia di castrazione dal momento che non può perdere ciò che non ha, la bambina non ucirà mai completamente dal complesso di Edipo per cui non svilupperà mai un Super-io adeguato, rimarrà dipendente dall’autorità, con deboli interessi sociali e scarsa maturità.
La teoria dello sviluppo femminile è una delle parti dell’opera di Freud che ha ricevuto il maggior numero di critiche sia dagli psicoanalisti, che dall’esterno della cerchia degli specialisti. Freud è stato accusato di maschilismo e misoginia soprattutto dalle femministe americane negli anni Sessanta -.
(segue)