da patrizia mattioli | Lug 16, 2013 | Storia della psicologia
Lo strutturalismo e il funzionalismo
E.Titchener
La prima scuola psicologica è rappresentata dallo strutturalismo, di cui Wundt è considerato un precursore. Nasce in America, anche se si sviluppa per opera di Edward Bradford Titchener (1867-1927),che era inglese ed era stato un allievo di Wundt.
Allo strutturalismo si contrappone immediatamente il funzionalismo che è il primo movimento psicologico completamente americano. Entrambe le scuole prendono come oggetto di indagine della psicologia la coscienza, cioè l’insieme dei processi mentali che avvengono in un preciso momento della vita dell’individuo. Il dibattito tra le due scuole riguardava principalmente il punto di vista da cui affrontare lo studio dei processi mentali: gli strutturalisti si chiedevano cosa fossero i processi mentali e i funzionalisti si chiedevano a cosa servissero e come funzionassero. Per rispondere a questi interrogativi secondo gli strutturalisti era necessario scomporre l’esperienza cosciente nei suoi elementi più semplici (immagini, pensieri, emozioni), attraverso l’introspezione (l’introspezione o autosservazione consisteva nel chiedere al soggetto sperimentale di riferire le sensazioni provate in seguito ad uno stimolo per esempio visivo), secondo i funzionalisti invece l’esperienza cosciente andava considerata nella sua globalità.
H.Ebbinghaus
L’associazionismo
Contemporaneamente allo strutturalismo e al funzionalismo, prende corpo una scuola o meglio una dottrina che è l’associazionismo. Secondo i principi dell’associazionismo ogni esperienza mentale è il risultato della combinazione di più elementi mentali semplici che si organizzano seguendo precise leggi associative. L’oggetto di studio privilegiato è l’apprendimento.
L’associazionismo si sviluppa in Europa grazie al lavoro degli empiristi e degli associazionisti inglesi, agli studi sperimentali sull’apprendimento dello psicologo tedesco Hermann Ebbinghaus, e al contributo dato dagli studi del russo Ivan Pavlov (1849-1936) sulle connessioni stimolo-risposta, ma prende un aspetto sperimentale grazie allo psicologo americano Edward Lee Thorndike (1874-1949) che descrive un primo schema di funzionamento dei meccanismi mentali che danno luogo all’apprendiment(di entrambi parleremo più avanti).
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da patrizia mattioli | Lug 10, 2013 | Storia della psicologia
Mentre i primi filosofi si preparavano a studiare la mente secondo il metodo sperimentale, i primi fisiologi lavoravano per capire i meccanismi neurologici che consentono i processi mentali.
La distinzione operata dai fisiologi tra soggetto e oggetto della percezione permetteva di cominciare a studiare la percezione su basi rigorosamente scientifiche.
C.Darwin
L’evoluzionismo di Darwin (1809-1882) infine introduceva il concetto di adattamento e la necessità di comprendere nello studio dell’uomo anche quello dell’età evolutiva e delle specie animali.
Verso la fine dell’Ottocento erano presenti le condizioni per la nascita di una disciplina che accogliesse tutti i contributi e si facesse carico del compito di sistematizzarli e utilizzarli per studiare la mente umana col metodo sperimentale.
Wundt con il suo laboratorio di psicologia sperimentale compie il passo ufficiale. Nasce così la psicologia come scienza autonoma, riconosciuta dall’intera comunità scientifica.
W. Wundt
Nel laboratorio di Wundt venivano studiati in modo sperimentale il rapporto tra sistema nervoso e processi mentali, i tempi di reazione individuale agli stimoli, l’associazione mentale.
Nel suo laboratorio si alternarono molti studiosi, futuri psicologi, provenienti da varie parti del mondo che una volta rientrati nel proprio Paese fondavano nuovi laboratori di psicologia.
La storia iniziale della psicologia, più che di tutte le altre scienze, è stata caratterizzata dalla nascita e dal successivo declino di molte scuole di pensiero. Ogni nuova scuola si contrapponeva alla scuola precedente sottolineando i punti deboli delle vecchie teorie e proponendone di nuovi.
Ogni volta che una nuova scuola di pensiero si affermava, provocava la nascita di una nuova opposizione e così via.
La maggior parte dei contrasti riguardavano l’oggetto di studio della psicologia e in che modo dovesse essere affrontato: per alcuni doveva essere la coscienza, per altri l’inconscio, per altri ancora il comportamento.
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da patrizia mattioli | Giu 27, 2013 | Storia della psicologia
wundt-research-group
Le origini della psicologia moderna sono molto antiche. L’uomo si è sempre chiesto il perché dei propri comportamenti e le domande che ci poniamo oggi non sono diverse da quelle che si ponevano molti anni fa.
Per alcuni storici la psicologia moderna deve il suo ingresso nel gruppo delle discipline scientifiche all’introduzione del metodo sperimentale, cioè della ricerca sistematica in laboratorio, per questo motivo la data di nascita della psicologia moderna viene fatta coincidere con la fondazione del primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia nel 1879, ad opera del neurofisiologo tedesco Wilhelm Wundt. Le radici filosofiche della psicologia avrebbero reso necessario alla nuova disciplina difendere la propria individualità e autonomia dalla filosofia al punto da esaltare il significato dell’apertura del laboratorio di Wundt.
Secondo altri storici invece, la nascita della psicologia moderna non è data dalla semplice decisione di studiare il comportamento umano in laboratorio, ma è il risultato di un processo lungo e faticoso, risultato possibile solo grazie al confluire di più discipline ormai riconosciute , come la fisiologia e l’astronomia, (oltre naturalmente alla filosofia), su questioni teoriche poi affrontate dai primi psicologi sperimentali.
La psicologia come scienza è in effetti in ritardo di almeno duecento anni rispetto alla scienza moderna.
Come mai questo ritardo?
Nel pensiero greco erano già presenti le premesse per uno studio scientifico della psiche. Si dava già importanza ai rapporti esistenti tra aspetti biologici, psichici e sociali nella determinazione del comportamento.
G.T. Fechner
Se il pensiero romano non aveva raccolto questa possibilità, è soprattutto il pensiero medioevale cristiano a stravolgere la prospettiva ponendo il veto sullo studio dell’uomo in quanto creatura di Dio e non facente parte della natura. Per molti secoli saranno vietati gli studi di anatomia (pena la scomunica o il rogo) e non si potrà parlare di studio dell’anima dal momento che questa discende direttamente da Dio.
Si dovrà aspettare il Diciassettesimo secolo per trovare le condizioni che renderanno di nuovo possibile lo studio dell’uomo.
Con Cartesio, che distingue il corpo dallo spirito, è possibile ricominciare a studiare il corpo umano nella sua anatomia e fisiologia; rimane invece immutato il divieto per lo studio del pensiero che viene ancora lasciato alle speculazioni filosofiche condizionate comunque dal pensiero religioso.
Solo successivamente, quando gli empiristi inglesi e gli ideologi francesi dimostreranno che è possibile studiare i processi e le funzioni dell’anima senza preoccuparsi della sua essenza, verrà ricomposta l’unità dell’uomo e verrà spostata l’attenzione dalle speculazioni astratte ai fatti che verranno finalmente studiati con spirito scientifico.
J.F.Herbart
E’ in Germania, dove prima il filosofo Johann Friedrich Herbart (1776-1841) poi il fisico Gustav T. Fechner (1801-1887) dimostrano come sia possibile lo studio matematico e la misurazione dei processi mentali, che si potranno stabilire le condizioni per la nascita della psicologia scientifica.
(segue)