Disturbi alimentari
Sotto la voce disturbi alimentari rientrano sia i comportamenti di eccesso che di difetto nelll’assunzione di cibo: difetto nell’anoressia, eccesso nell’obesità, che oscilla tra l’una e l’altra modalità nella bulimia.
La caratteristica principale del comportamento alimentare disturbato è che esso è poco o per niente volontario e consapevole e poco o per niente legato a stimoli di fame e sazietà: il cibo rappresenta molto di più del mero valore nutritivo che apporta e viene usato piuttosto come attività compensatoria o di controllo.
il cibo può diventare veicolo di gestione di frustrazioni che derivano da altre aree, o diventare mezzo di delimitazione degli spazi reciproci all’interno delle relazioni familiari, a volte può rappresentare l’unico argomento di relazione tra genitore e figlio/a.
Nutrirsi troppo o troppo poco ha poi sul piano corporeo quelle conseguenze che vengono messe in rapporto con la possibilità/impossibilità di entrare in relazione con gli altri: amici, partner, con un’inversione totale dei rapporti di causa-effetto: “sono sovrappeso” o “non abbastanza magro per propormi agli altri”, “mi sento inadeguato”.
I sentimenti di inadeguatezza vengono attribuiti all’immagine corporea, piuttosto che alle proprie insicurezze personali.
In altri casi non è l’immagine corporea a frenare, ma le proprie competenze relazionali. L’individuo ha l’impressione di non sapersi muovere in mezzo agli altri, di non conoscere le regole che sono alla base degli scambi sociali e che queste non si possano apprendere. Si ha l’impressione di potersi proporre solo se si soddisfano determinati standard di prestazione.