L’insonnia è il segnale che ci sono questioni personali non risolte. Per alcuni più che per altri e in certi periodi più che in altri può essere difficile abbandonarsi al sonno e rinunciare al controllo diurno. Dormire è una pausa necessaria a recuperare energie: mentre i muscoli sono completamente passivi, l’attività del cervello è la stessa dello stato di veglia, anche se si manifesta in modi diversi, per esempio attraverso i sogni.
Sappiamo tutti che le leggi che regolano i sogni sono molto diverse da quelle dell’attività diurna: i rapporti di causa-effetto, i concetti di spazio, di tempo, di identità sembrano sfuggire a tutte le regole della coerenza. C’è qualcosa però che collega questi due mondi: le emozioni. Esse rappresentano la continuità tra la veglia e il sonno: si manifestano durante il sogno attraverso la messa in scena di immagini stimolate dalla quotidianità, ma con significati in linea con lo stato d’animo più o meno consapevole che si è lasciato.
L’insonnia è un segnale preciso che la psiche trasmette, il segnale di qualcosa in corso: emozioni da elaborare, impegni difficili da affrontare…la rata del mutuo o le bollette da pagare possono essere oggi problemi molto concreti che tengono svegli e che solo la disponibilità economica sembrerebbe poter risolvere, ma a volte andare oltre il problema concreto, considerare lo scenario negativo che preoccupa, relativizzarlo oppure preparare strategie di soluzione potrebbe avere risvolti inaspettati e far recuperare momenti di sonno. A volte il problema non sta nella negatività degli scenari possibili, ma in quanto ce ne rendiamo conto, in quanto ne siamo consapevoli. Prendere consapevolezza di un problema, lo sappiamo, è la strada principale per risolverlo.
Si può essere preoccupati dall’avvicinarsi del momento di andare a letto, proprio per la difficoltà di addormentarsi e/o di sognare, che poi è la difficoltà di trovarsi da soli con i propri pensieri, di gestire stimoli ed emozioni interne in un momento in cui gli stimoli esterni sono ridotti, di fare i conti con se stessi. Per chi fa un lavoro continuo di allontanamento da sé delle proprie emozioni e della consapevolezza, il momento di andare a dormire è critico perché c’è il rischio di rincontrare i propri fantasmi.