Violenza domestica:  aiutiamo le vittime a fortificarsi

Violenza domestica: aiutiamo le vittime a fortificarsi

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Mi è capitato recentemente di seguire la conclusione di una relazione tra due giovani partner, relazione in cui iniziavano manifestazioni di violenza. Lei rischiava di farsi male, lui di cacciarsi nei guai. Sono stati insieme quasi un anno e si sono voluti molto bene. Lui è sempre stato molto possessivo e per lei all’inizio questo era confermante e protettivo, veniva fuori da due delusioni consecutive. Poi da confermante e protettivo è diventato soffocante e non se la sentiva più di continuare, voleva riprendersi la sua vita, ricominciare ad uscire con gli amici.

Per lui era diverso, la sentiva sempre più sfuggente e gli veniva naturale controllarla, leggere i messaggi sul cellulare. Per lui lei ha rappresentato una zattera a cui aggrapparsi in un momento di sbandamento. Non poteva lasciarsela scappare. Non accettava la rottura e cominciava a trattarla male, poi a pentirsi. Le vuole bene, non vorrebbe farle del male, ma delle volte l’istinto ha il sopravvento. Lei comincia ad avere paura delle sue reazioni, ad essere meno diretta, meno chiara, meno sincera. Lui percepisce la non sincerità, la prende male, si fa più aggressivo. Lei lo lascia per telefono, non se la sente di affrontarlo. Lui non l’accetta, si sente un fuoco dentro, non si sente rispettato, vuole incontrarla, vuole essere affrontato, vuole sentirsi dire le cose in faccia e chiaramente, ma lei smette anche di rispondere al telefono.

A volte una brutta ma sincera verità è preferibile al silenzio. Come dice P. Watzlawick “una brutta verità può essere dolorosa ma riconosce quello che si rifiuta“, perciò è meglio dire, o sentirsi dire, di non essere più amati, piuttosto che il silenzio o l’indefinitezza che sono disconfermanti perché sul piano relazionale equivalgono al messaggio “tu non esisti”. Alcuni comportamenti molesti nascono nel tentativo di stimolare una risposta definita che consenta di placare stati d’animo intollerabili e cominciare a farsi una ragione degli eventi. Lui la aspetta sotto casa, è disposto ad aspettare tutto il tempo. Lei ne ha parlato con i suoi che sono a casa e questo le da sicurezza. Deve prendersi le sue responsabilità, lo fa salire, parlano e riesce a dirgli le cose in faccia, con calma, determinata.

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Tradimento: dove va la coppia in crisi

Patrizia MattioliTradimento: dove va la coppia in crisi

Mancare un impegno, deludere la fiducia, venire meno ad un accordo sono forme diverse di tradimento.

Tradire significa infrangere le aspettative dell’altro. Nelle relazioni sentimentali con il tradimento si viola il patto di condivisione emotiva, che le sostiene anche se le cause possono essere precedenti, e il tradimento essere un tentativo di soluzione di una sofferenza di coppia, o uno dei modi attraverso cui la sofferenza prende forma.

Di fronte a un tradimento spesso si valutano le cose in modo istintivo dividendo i partner tra chi è colpevole e chi è vittima, chi fa il torto e chi lo subisce. Più rara è la ricerca di un significato interno alla coppia.

Per superare l’infedeltà bisogna capirla, darle un significato.

L’infedeltà, ha un significato personale, legato al proprio modo di essere, all’idea che si ha di coppia e di se stessi, anche se sono comuni profondi vissuti di abbandono, perdita, rabbia in chi subisce e sensi di colpa e disorientamento in chi mette in atto il tradimento.

Nell’analisi della coppia, il tradimento ha un significato importante. A volte non è un evento inaspettato e inspiegabile perché si inserisce in una reciprocità della coppia con fratture già manifeste o anche nascoste, una reciprocità in cui sono presenti vuoti affettivi che si cerca di riempire con qualcosa di esterno: un’altra persona, un lavoro, un altro figlio, una nuova passione.

La scoperta del tradimento porta a galla tematiche lasciate in sospeso da lungo tempo. Spesso chi tradisce ha mantenuto il silenzio sulla propria frustrazione ed insoddisfazione, o le ha manifestate poco, per i più svariati motivi (incapacità comunicative, paura di esporsi o delle reazioni dell’altro…) con il risultato di maturare un credito nei confronti del partner, credito di cui questo è spesso all’oscuro.

Il tradimento può significare che nella coppia nessuno dei due partner è presente al rapporto, chi perché è distratto e non sa ascoltare, chi perché non sa chiedere e va a cercare altrove la soluzione alla sua sofferenza.

Gli studiosi della coppia sostengono che il tradimento ha potenzialità trasformative, che è un tentativo terapeutico che la coppia in crisi mette in atto più o meno consapevolmente per cambiare. C’è un sottile filo che collega cambiamento e fallimento e da una crisi nasce sempre qualcosa di nuovo anche se non sappiamo mai che direzione prenderà: se darà vita ad un nuovo sviluppo della coppia, più articolato e stabile, o ad un ulteriore blocco della progettualità, o alla rottura con la separazione della coppia.

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Il contrappasso nella coppia

  Il contrappasso nella coppiaimage

La violenza contro un partner è il risultato di una sofferenza di coppia, una coppia in cui le strade personali si sono allontanate e nessuno dei due sa più dove si trova, né dove è andato a finire l’altro. Nel mio lavoro ho avuto più spesso a che fare con casi di violenza psicologica e, dal punto di vista psicologico, non è utile vedere le cose in termini di buono/cattivo. Limitarsi a considerare il partner maltrattante come cattivo e quello maltrattato come buono non aiuta a comprendere il costruirsi e mantenersi di relazioni che dall’esterno appaiono inconcepibili.

Il senso di giustizia ci porta a stabilire una ragione e un torto e per ovvi motivi entriamo più in empatia con la parte più debole, o apparentemente più debole della coppia. Dico apparentemente perché a volte la persona che sembra subire maltrattamenti dal partner ha essa stessa atteggiamenti aggressivi verso di lui, magari più occulti, meno evidenti dall’esterno.

La conflittualità di coppia che arriva alla violenza è il risultato di un percorso iniziato molto tempo prima e il cui inizio non sembrava avere aspetti così negativi, anche se possiamo dire che i criteri che avvicinano le persone, sono gli stessi che entrano in crisi e danno luogo alla conflittualità.

Mettiamo il caso di due partner che si attraggono perché lei è carina e socievole e lui è determinato e possessivo. Diciamo che lui esprime il suo coinvolgimento attraverso comportamenti di possesso e lei attraverso la disponibilità. La possessività di lui è inizialmente protettiva per lei, per lui invece è rassicurante sapere di averla solo per sé. Andando avanti quegli stessi atteggiamenti potrebbero diventare problematici. La gelosia di lui è ancora confermante e lei sarà portata ad accontentare le sue richieste limitative (per esempio su un abbigliamento, un atteggiamento da tenere o un’uscita sociale), anche se comincerà a percepirle come soffocanti e costrittive o addirittura mortificanti perché vissute come segno di inadeguatezza personale. Lui si sentirà geloso e insicuro e ne attribuirà a lei la causa e lei si sentirà in colpa per la propria inadeguatezza.
Ma la tendenza ad attribuirsi le reazioni dell’altro è un tratto del carattere così come lo è quello di attribuirle al partner. Si innesca una spirale che costringerà gradualmente entrambi a chiudersi (emotivamente) aumentando la potenziale conflittualità.

Questo scenario potrebbe tranquillamente essere invertito. Il forte coinvolgimento emotivo nella relazione, può rendere difficile capire se e quando si è oltrepassato il limite.

Sul piano psicologico è importante spiegare, analizzare l’equilibrio che si crea tra i due partner, risalire a come hanno costruito un certo modo di stare insieme, a come mantengono il livello e la qualità degli scambi affettivi.

Capire e spiegare naturalmente non significa giustificare, una violenza rimane sempre una violenza. Un percorso di revisione del rapporto dovrebbe iniziare dalla ricostruzione della storia a partire dai motivi che hanno avvicinato i due partner, passando per i momenti che hanno determinato la crisi e l’allontanamento per poi magari ricominciare da lì.