Storia della Psicologia: Jean Piaget – L’epistemologia genetica (16)
Il metodo sperimentale rigidamente imposto dai comportamentisti, ha fatto sì che le ricerche psicologiche fossero da lì in poi impostate in maniera scientifica, nello stesso tempo però ha impoverito il campo di studio della psicologia, riducendo al comportamento tutte le capacità umane.
Era necessario recuperare l’aspetto più umanistico della psicologia. Jean Piaget (1896-1980), ha avuto probabilmente un ruolo determinante in questo senso.
Jean Piaget ha elaborato la più completa interpretazione e osservazione dello sviluppo cognitivo, cioè dello sviluppo dell’intelligenza, partendo dal presupposto che questa abbia una dimensione genetica.
Il termine genetico si riferisce allo sviluppo individuale (ontogenesi): La psicologia genetica cerca di spiegare le funzioni mentali, i processi cognitivi, attraverso il modo in cui si sono formati, cioè attraverso il loro sviluppo nel bambino.
Per fare questo Piaget è partito dallo studio dello sviluppo delle diverse strategie che il bambino usa per risolvere problemi sperimentali.
Secondo Piaget l’intelligenza ha una base biologica. Alla nascita non possediamo strutture mentali cognitive già costituite, ma piuttosto un modo di metterci in relazione con l’ambiente. Questo modo che è poi in comune con tutti gli esseri viventi, ha due principali caratteristiche che sono: l’organizzazione e l’adattamento.
L’adattamento comprende due processi complementari che sono quelli dell’assimilazione e dell’accomodamento.
Tutte le specie viventi sono dotate di una qualche forma di intelligenza, questa si manifesta in ogni specie in modi diversi, ciò che le accomuna è che tutte si adattano al loro ambiente e posseggono le capacità organizzative che rendono possibile l’adattamento. L’intelligenza umana è la forma evoluta assunta da attività di adattamento più primitive.
L’adattamento all’ambiente attraverso l’organizzazione (modalità che manterremo intatta per tutto il corso della vita), permette di costruire gradualmente le strutture cognitive (che invece variano e progrediscono continuamente attraverso il funzionamento). Ogni nuova organizzazione cognitiva proviene da quelle precedenti e ne genera altre più complesse e superiori.
Si può capire meglio la teoria dello sviluppo intellettivo partendo da un esempio biologico. Una forma fondamentale di rapporto con l’ambiente si ha quando l’organismo utilizza elementi dell’ambiente per nutrirsi. Il processo della nutrizione è un adattamento che prevede un’organizzazione. Il cibo viene assimilato prima dalla bocca, poi dagli organi preposti alla digestione i quali si adattano alle caratteristiche del cibo mettendo in funzione per esempio certi enzimi piuttosto che altri. Anche il cibo si adatta agli organi perchè cambierà consistenza una volta passato dalla bocca allo stomaco e di nuovo quando sarà lentamente digerito fino a diventare nutrimento per l’organismo. L’adattamento dell’organismo al cibo è denominato da Piaget accomodamento. L’alternarsi continuo di assimilazione e accomodamento del cibo all’organismo e dell’organismo al cibo, rappresenta una forma di adattamento biologico. Il tutto avviene secondo una precisa organizzazione (Flavell 1971).
Anche le funzioni cognitive implicano un’organizzazione che si manifesta in modo diverso a seconda dello stadio di sviluppo raggiunto: sono anch’esse caratterizzate dai processi dell’assimilazione e dell’accomodamento, processi che quando sono in equilibrio danno luogo ad un adattamento intellettuale. Qui l’assimilazione comporta che un elemento della realtà esterna venga interpretato in base a un’organizzazione cognitiva esistente, la quale permette di conoscerlo e di attribuirgli un significato e l’accomodamento consiste nel modificare l’organizzazione cognitiva in base alle esigenze che la realtà esterna impone.
Se un bambino per esempio entra in contatto per la prima volta con un anello appeso a una corda, lo guarderà, lo toccherà,, lo afferrerà (assimilazione) seguendo uno schema assimilatorio imparato in precedenza con altri oggetti, nello stesso tempo imparerà (accomodamento), che gli oggetti a forma di anello si possono succhiare e toccare in maniera un pò diversa da quelli succhiati e toccati in passato.
Il cambiamento strutturale conseguente a questa esperienza, renderà possibili ulteriori accomodamenti agli oggetti diversi con cui il bambino entrerà in contatto successivamente i quali renderanno possibili altri cambiamenti e così via. Ogni nuova conoscenza è possibile solo grazie alle precedenti e ne rende possibili altre più complesse e superiori (Flavell 1971).
Poiché le strutture cognitive non sono statiche, si possono verificare riorganizzazioni cognitive interne, anche in assenza di stimoli esterni.
La conoscenza però, non è determinata secondo Piaget tanto dall’essere sottoposti passivamente ad eventi del mondo esterno, come sostenevano i comportamentisti, ma è soprattutto il risultato di un’attività dell’individuo sull’ambiente.
(segue)