Disturbi alimentari

Disturbi alimentari

Disturbi alimentari

Sotto la voce disturbi alimentari rientrano sia i comportamenti di eccesso  che di difetto nelll’assunzione di cibo: difetto nell’anoressia, eccesso nell’obesità, che oscilla tra l’una e l’altra modalità nella bulimia.

La caratteristica principale del comportamento alimentare disturbato è che esso è poco o per niente volontario e consapevole e poco o per niente legato a stimoli di fame e sazietà: il cibo rappresenta molto di più del mero valore nutritivo che apporta e viene usato piuttosto come attività compensatoria o di controllo.

il cibo può diventare veicolo di gestione di frustrazioni che derivano da altre aree, o diventare mezzo di delimitazione degli spazi reciproci all’interno delle relazioni familiari, a volte può rappresentare l’unico argomento di relazione tra genitore e figlio/a.

Nutrirsi troppo o troppo poco ha poi sul piano corporeo quelle conseguenze che vengono messe in rapporto con la possibilità/impossibilità di entrare in relazione con gli altri: amici, partner, con un’inversione totale dei rapporti di causa-effetto: “sono sovrappeso” o “non abbastanza magro per propormi agli altri”, “mi sento inadeguato”.

I sentimenti di inadeguatezza vengono attribuiti all’immagine corporea, piuttosto che alle proprie insicurezze personali.

In altri casi non è l’immagine corporea a frenare, ma le proprie competenze relazionali. L’individuo ha l’impressione di non sapersi muovere in mezzo agli altri, di non conoscere le regole che sono alla base degli scambi sociali e che queste non si possano apprendere. Si ha l’impressione di potersi proporre solo se si soddisfano determinati standard di prestazione.

Disturbi dell’umore

Disturbi dello umore

Disturbi dello umore

Tra i disturbi dell’umore rientrano le cadute dell’umore con sensazioni di profonda tristezza, come melanconia e depressione, e i disturbi maniaco depressivi che manifestano fasi alternate di caduta dell’umore e euforia (Disturbo bipolare).

Sono comuni nei disturbi dell’umore periodi più o meno prolungati di insonnia, o ipersonnia, perdita di interesse per le attività, affaticabilità, stanchezza, apatia, sentimenti di autovalutazione e scarsa autostima, agitazione e rallentamento psicomotorio, difficoltà di concentrazione, irritabilità e aggressività apparentemente ingiustificate, sentimenti di colpa, ricorrenti pensieri di morte e ideazioni suicidarie.

Disturbi dello umore

Disturbi dello umore

Tra i disturbi dell’umore rientrano le cadute dell’umore con sensazioni di profonda tristezza, come melanconia e depressione, e i disturbi maniaco depressivi che manifestano fasi alternate di caduta dell’umore e euforia (Disturbo bipolare).

Sono comuni nei disturbi dell’umore periodi più o meno prolungati di insonnia, o ipersonnia, perdita di interesse per le attività, affaticabilità, stanchezza, apatia, sentimenti di autosvalutazione e scarsa autostima, agitazione e rallentamento psicomotorio, difficoltà di concentrazione, irritabilità e aggressività apparentemente ingiustificate, sentimenti di colpa, ricorrenti pensieri di morte e ideazioni suicidarie.

L’elemento centrale della caduta depressiva dell’umore è la perdita, perdita che può essere una perdita affettiva, per esempio dovuta alla separazione più o meno definitiva da una figura significativa, oppure di altra natura: perdita del lavoro, della stabilità economica, dell’immagine consapevole di sé o di una figura significativa, perdita della sintonia nella coppia, ecc..
La depressione si manifesta attraverso una serie di segnali cognitivo-emotivo-comportamentali precisi: demotivazione, perdita di interesse verso gli obiettivi principali della vita, perdita di fiducia nel futuro, attività mentale rallentata, diminuita, inefficiente, l’attività motoria e le cure personali possono gradualmente ridursi, è presente un sentimento costante di stanchezza e stancabilità.
L’insonnia è spesso uno dei sintomi iniziali, così come l’inappetenza, la diminuzione dell’interesse sessuale, la diminuzione delle funzioni epato-biliari, la tristezza profonda con sensi di colpa accompagnati da un’autoaccusa continua e senso di indegnità personale e autodisprezzo. Perdita di iniziativa e di progettualità.
Il desiderio di morte spesso accompagna il vissuto depressivo.
La caduta dell’umore, porta l’individuo a ripiegare su se stesso, e questo dovrebbe avere una valenza positiva perché dovrebbe permettere all’individuo il recupero dell’equilibrio rotto dalla sofferenza. Se il ripiegamento su se stessi diventa un tratto stabile dell’umore non conduce ad un recupero emotivo ma ad un isolamento sempre più marcato allora diventa disfunzionale ed è consigliabile un aiuto esterno.

Nel disturbo maniaco-depressivo, alle cadute dell’umore si alternano periodi più o meno prolungati di euforia cioè di: inusuale euforia e buon umore; eccesso di ottimismo; sovrastima di sé stessi; scarsa capacità di giudizio; accelerazione della parola e del pensiero; comportamenti aggressivi e ostili; poco interesse verso gli altri; agitazione; iperattività fisica; comportamenti rischiosi; spese folli; esibizionismo; aumentata energia sessuale; diminuzione della necessità di dormire; facilità alla disattenzione; difficoltà di concentrazione,..

Disturbi di ansia

Disturbi di ansia

Disturbi di ansia

L’ansia è uno stato emotivo soggettivamente spiacevole, caratterizzato da tensione e nervosismo e da sintomi fisiologici concomitanti come: palpitazioni cardiache, tremore, nausea, vertigini, ecc…

Generalmente sotto la voce disturbi d’ansia si ritrovano: attacchi di panico, fobie, comportamenti ossessivo compulsivi, disturbo acutoe disturbo  post-traumatico da stress, disturbo d’ansia generalizzata.

Gli attacchi di panico sono caratterizzati da uno stato di emergenza emotiva, con una sensazione di pericolo e di disastro imminente, del tutto inaspettati e improvvisi e gettano l’individuo in uno stato di terrore. I sintomi più comuni negli attacchi di panico sono palpitazioni, sudorazione tremori, difficoltà respiratoria associati alla paura di impazzire, di morire, senso di depersonalizzazione e derealizzazione.

La fobiaè un tentativo di soluzione dell’ansia: la reazione ansiosa è soprattutto focalizzatasu oggetti o situazioni specifiche, che possono essere risolte attraverso condotte di evitamento. E’ una soluzione parziale perché lo spazio di azione dell’individuo ne risulta gradualmente ristretto senza portare effettivamente alla risoluzione delle origini dell’ansia che viene spostata ad altri oggetti. Le fobie più comuni riguardano animali, serpenti, ragni generalmente, rumori forti, temporali, altezze, acqua, ferite, sangue.

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato, da pensieri ossessivi ricorrenti e intrusivi, che la persona ha l’impressione di non riuscire a fermare.  Le compulsioni, come le fobie, sono un tentativo di soluzione del disagio, sono comportamenti ritualizzatii che dovrebbero neutralizzare le ossessioni stesse, come le fobie restringono il campo di azione dell’individuo che è “costretto” a trascorrere molto tempo nei rituali.

Il  disturbo acuto da stress e il disturbo post-traumatico da stress sono conseguenti ad eventi gravi come la morte improvvisa di una persona cara, un incidente grave, l’essere sottoposti a catastrofi naturali ecc.. Che stimolano nella persona sentimenti di impotenza, paura e terrore che tendono a perdurare nel tempo anche molto dopo la fine dell’evento traumatico.

Il disturbo d’ansia generalizzato è caratterizzato dalla presenza costante di ansie che la persona stessa considera esagerate, in molte situazioni    quotidiane.

Psicoterapia di coppia

Psicoterapia di coppia

Psicoterapia di coppia

La psicoterapia di coppia è una forma di terapia che lavora prevalentemente sulla relazione tra i due partner. Spesso le persone si sentono paralizzate da tutta una serie di problematiche, presenti all’interno della loro relazione, che conferiscono un profondo stato di malessere ad entrambi e a cui non riescono a trovare una soluzione efficace.

Spesso l’ educazione dei figli si trasforma in una sfida che mette a dura prova il legame tra i genitori.

Psicoterapia individuale

Psicoterapia individuale

Psicoterapia individuale

La psicoterapia individuale è un trattamento terapeutico basato sull’utilizzo di metodi psicologici prevalentemente verbali ( i lcolloquio), per la cura o il miglioramento della sofferenza psichica che può manifestarsi come ansia, depressione, problemi relazionali in famiglia, sul lavoro, nelle amicizie, insicurezza, incapacità di prendere decisioni, fobie (claustrofobia, agorafobia, fobia sociale,….), attacchi di panico e altri disturbi della sfera emotiva che possono essere affrontati senza ricorrere a farmaci.
Il paziente viene aiutato a verbalizzare sensazioni, sentimenti, stati d’animo, affetti che si vive ma che non riconosce come propri o che ritiene inadeguati alle situazioni che li stimolano.
La psicoterapia è un processo interpersonale in cui si stabilisce un rapporto di confidenza e fiducia tra psicoterapeuta e paziente, condizione principale per il buon esito di una terapia.

L’obiettivo di una psicoterapia individuale, in genere concordato all’inizio, può andare dalla risoluzione di un sintomo o il raggiungimento di un obiettivo, ad un cambiamento più profondo nella struttura di personalità.

La maggior parte delle psicoterapie individuali consistono in colloqui frontali a cadenza settimanale della durata di un’ora circa

La psicoterapia cognitivista post razionalista, è una psicoterapia che ha come obiettivo quello di aiutare l’individuo a prendere consapevolezza del proprio modo di funzionare. E’ un tipo di psicoterapia che rispetta l’individualità personale e la specificità personale, non lavora infatti per eliminare i sintomi, ma per costruirne la coerenza, per dare significato alla sofferenza della persona e farle riprendere il percorso di vita che la sofferenza ha fermato.
I sintomi vengono infatti considerati come la luce che guida il percorso terapeutico, espressione di un cambiamento da cui si può sviluppare sia una psicopatologia, che una maggiore articolazione (nel senso di una maggiore sofisticazione), dei propri schemi personali.

I tempi di una psicoterapia sono molto soggettivi, in relazione ai tempi individuali, ai problemi affrontati, al tipo di psicoterapia scelta, agli obiettivi che ci si pone.

In generale si può considerare che una durata che va da qualche mese a qualche anno.

S i può decidere di intraprendere una psicoterapia quando ci si vuole conoscere meglio, quando alcune reazioni emotive risultano incomprensibili e/o inaspettate, quando ci si rende conto di non riuscire più a perseguire i propri obiettivi.