Il sogno (II parte)
Come svelare il mistero del sogno?
Il sogno viene messo in scena in base ad una serie di processi, che hanno caratteristiche peculiari (C.Lalla 1990).
Secondo il primo processo un elemento concreto può rappresentare un elemento astratto con cui è in relazione: l’immagine del padre ad esempio può rappresentare la maturità, un’automobile può rappresentare la velocità e così via.
Lo stesso vale per il contrario (secondo processo): un elemento concreto può essere rappresentato da uno astratto. Così un’atmosfera di pericolo sostituisce nel sogno l’oggetto o l’evento che sono costruiti come pericolosi.
Un terzo processo si ha quando un elemento ne rappresenta un altro con cui ha alcuni aspetti in comune. Se prendiamo ad esempio il cavallo e la tigre: entrambi possono essere considerati come attraenti e selvaggi, anche se la tigre può essere considerata molto pericolosa, mentre il cavallo può essere addomesticato.
Il quarto processo si manifesta per analogia. Poniamo il caso di una donna sposata che considera la relazione con il marito come molto simile a quella che aveva con il padre: ella potrà sognare di essere sposata al padre.
Il quinto processo si ha quando una parte di un tutto rappresenta il tutto: un mobile per esempio può rappresentare una stanza.
Il sesto processo lavora in direzione opposta: il tutto viene rappresentato nel sogno per intenderne una sua parte. Un luogo geografico può rappresentare simbolicamente lo spirito dei suoi abitanti.
Attraverso il settimo processo vengono rappresentati elementi che ne simboleggiano altri a cui sono in qualche modo legati: sognarsi con i capelli in disordine o acconciati male, può evidenziare un’insoddisfazione per esempio, per le proprie caratteristiche mentali.
Nell’ottavo processo l’immagine onirica viene messa in scena per assonanza, così il senso di frustrazione può essere rappresentato dall’immagine di venir frustati.
Nel nono processo un elemento ne rappresenta un altro che ha la stessa denominazione: la suora può sostituire la sorella, il pagare l’espiare, ecc..
Nel decimo processo l’immagine è la rappresentazione alla lettera di una metafora. Il sentirsi feriti nell’animo per le parole di qualcuno può diventare nel sogno l’immagine di un cane che morde all’altezza del cuore.
Questi dieci processi corrispondono in termini cognitivi a ciò che Freud aveva chiamato spostamento.
Un altro processo che segue il sogno, che nella terminologia di Freud si chiamava condensazione, è quello per cui due elementi simili nella realtà possono dar luogo a due immagini fuse nel sogno (se per esempio nel pensiero del sognatore c’è l’idea che due amici hanno in comune un difetto o una qualità, le loro due immagini possono risultare fuse nel sogno).
Le immagini oniriche sono il risultato dell’operare di uno o più di questi processi.
Secondo Freud il mascheramento delle reali immagini del sogno era necessario per eludere la censura psichica e permettere una via di accesso alla coscienza a contenuti rimossi perché inaccettabili, senza disturbare il sonno. Questo punto di vista non è oggi più proponibile per tanti motivi il più importante è che oggi non si può più pensare all’apparato psichico come governato soltanto dalla tendenza a ridurre le tensioni e esaudire desideri. Come ha già detto (vedi I parte), il sogno è considerato oggi come il modo in cui funziona l’intelligenza durante il sonno.
Il sogno è la realizzazione allucinatoria di un desiderio allo stesso modo in cui lo può essere una fantasia ad occhi aperti. Se poi il sogno evidenzia aspetti che la persona non riconosce come propri, la sua attenta lettura può facilitarne la consapevolezza, così come può facilitare il riconoscimento di mete personali represse e di sentimenti inconsapevoli.
Per interpretare adeguatamente un sogno, la prima cosa da fare è ovviamente di ricordarlo e trascriverlo. Molti non ricordano di aver sognato quando si svegliano, ma sembra che questo sia solo un problema di allenamento. Quando cominciamo ad avere interesse ai sogni cominciamo anche a ricordarli, più lo facciamo e più ce li ricordiamo.
La seconda cosa da fare è chiederci che tipo di emozione abbiamo provato nel sogno, quando ci siamo svegliati e mentre lo trascrivevamo.
Le emozioni hanno una parte importante perché sono l’unico aspetto del sogno che rappresenta solo se stessa: un’immagine può rappresentarne un’altra, un’emozione invece no. Per questo l’emozione del sogno rappresenta una importante chiave di lettura. Se ci siamo sognati in ansia ad esempio questo ci indirizza a cercare cosa ci faceva sentire così nel sogno e se questo ci ricorda qualcosa della vita reale.
E’ necessario poi focalizzare l’attenzione sugli stati d’animo e i pensieri con i quali ci siamo addormentati e quali esperienze importanti abbiamo fatto il giorno prima e anche queste da quali pensieri, emozioni e sentimenti sono state accompagnate. Abbiamo già detto che le vicende del giorno prima possono aver avuto un peso nella costruzione del sogno.
Analizziamo poi le immagini del sogno (tenendo presenti i dieci processi che abbiamo elencato), facendo attenzione alle caratteristiche dei personaggi del sogno e alle relazioni stabilite con loro nonché alla storia del sogno e ai luoghi in cui è ambientato. Le figure del sogno possono rappresentare sia persone e cose che caratteristiche personali. Quanto più tali figure sono lontane dalla nostra quotidianità o quanto più hanno caratteristiche irreali, tanto più è probabile che rappresentino caratteristiche personali.
E’ possibile che facendo un’analisi sistematica dei nostri sogni ci rendiamo conto che ognuno di noi tende a utilizzare dei simboli privilegiati.
I sogni ricorrenti in genere riflettono la presenza di problemi insoluti. Un cambiamento avvenuto nel sogno può significare un cambiamento reale in atto.